OPERAZIONE CAMERETTE .
La fornitura mascherata da commercio di mobili
Traffico d' armi e spie
Ex agente Sismi offri' macchinari per proiettili a Gheddafi.
Confermata la "pista" del giudice Casson Il business ideato dalla "centrale" torinese Le rivelazioni di uno degli 11 arrestati Ex agente Sismi offri' macchinari per proiettili a Gheddafi
SALERNO . L' inchiesta risale al luglio scorso. Undici persone finirono in manette su provvedimenti di custodia cautelare emessi dalla Procura della Repubblica di Napoli per un traffico d' armi internazionale tra il nostro Paese e la ex Jugoslavia. All' epoca se ne parlo' come di una delle tante azioni di polizia tese a contrastare traffici poco puliti e operazioni di riciclaggio della criminalita' organizzata, ma dalle pieghe di un' indagine riservata emergono oggi scenari inquietanti. Faccendieri, informatori dei servizi segreti, alti esponenti del regime libico. E, sullo sfondo, la vendita al Paese arabo di un macchinario . di produzione italiana . per la fabbricazione di munizioni e bossoli per cannoni, organizzata da due informatori dei servizi segreti italiani e con il diretto coinvolgimento del centro Sismi (il nostro Servizio informazioni militare) di Torino. Ed e' proprio uno degli arrestati nel blitz di luglio, Giovanni Antista, a confermare le intuizioni degli investigatori in un interrogatorio reso diversi mesi fa al sostituto procuratore Salvatore Sbrizzi. Dopo una iniziale reticenza Antista, infatti, ha parlato dell' offerta di vendita alla Libia come successiva alle indicazioni fornitegli da Giuseppe Liguori, che all' epoca dei fatti era il responsabile del centro Sismi di Torino, della quale Giovanni Antista era collaboratore. Fu proprio lui a parlare a Liguori della necessita' di smistare quel macchinario. L' impianto si trovava, fermo, da alcuni mesi in un capannone alle porte del capoluogo piemontese, che era di proprieta' di una ditta . fallita qualche tempo prima . il cui titolare, un ingegnere, era gia' finito sotto inchiesta per un' indagine condotta dal giudice Felice Casson su un vasto traffico internazionale di armi. Quello speciale macchinario faceva gola a molti Paesi e il Sismi lo offri' al leader libico Gheddafi. Il "rais" avrebbe coordinato in prima persona l' importante trattativa utilizzando come portavoce un suo familiare, El Fituri, misterioso e sfuggente trafficante d' armi, conosciuto dai servizi segreti di mezzo mondo con il soprannome di "il cognato del matto". Proprio El Fituri avrebbe dovuto incontrarsi con Giovanni Antista e Giorgio Palandella (anch' egli informatore stabile del Sismi e arrestato), a Ginevra per discutere gli ultimi dettagli della vendita. L' operazione era stata chiamata in codice "Camerette" perche' coperta da una trattativa commerciale illegale consistente nella vendita alla Libia di una prima tranche di 25 mila camere da letto da far passare attraverso la Tunisia evitando, cosi' , l' embargo al quale il Paese arabo e' sottoposto. I contatti con i rappresentanti del colonnello Gheddafi erano tenuti proprio da Giorgio Palandella, che era molto ben introdotto nell' entourage del "rais" al quale, in anni e anni di frequentazione, aveva proposto numerosi altri "affari". Palandella, pero' , muore nel carcere di Poggioreale ai primi di luglio, pochi giorni dopo il suo arresto. Viene stroncato da un infarto, ma la notizia non oltrepassa le roventi mura del carcere napoletano. Un informatore del Sismi arrestato per traffico d' armi e poi morto in circostanze non del tutto chiare non e' cosa da poco. Soprattutto se la moglie, disperata e adirata nei confronti dei "superiori" che non avrebbero preso le difese di suo marito, appare intenzionata a divulgare l' episodio, chiedendo maggiori spiegazioni sulla sua morte. Una delle prime persone che la donna sente e' Giuseppe Liguori, il capo al quale suo marito passava tutte le informazioni di cui veniva in possesso. Liguori, ascoltato due volte dal sostituto procuratore Sbrizzi in qualita' di persona informata dei fatti, rassicura e promette, a puro titolo personale, il suo concreto interessamento per alleviare le pessime condizioni economiche in cui la donna dice di trovarsi. La rabbia della signora, pero' , non dura molto. In pochi giorni, cosi' come emerge da conversazioni telefoniche intercettate dalla Guardia di finanza, la donna viene messa a tacere con il versamento di denaro. Una somma che lei stessa, una volta interrogata dal pm, ammette di aver ricevuto; presentandola, pero' , come una sorta di "risarcimento" versato alla vedova di un dipendente dello Stato.
Pecoraro Rossano
Pagina 13(9 gennaio 1995) - Corriere della Sera
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